Quando sul mercato entra un nuovo modello di climatizzatore tipo split, nella maggior parte dei casi il refrigerante usato in questi impianti è l’R32 – difluorometano (CH2F2). Anche se è una soluzione nuova (i pionieri si sono decisi a costruire e vendere dispositivi che utilizzano questo refrigerante solo nel 2013), oggi si stima che i climatizzatori split funzionanti con R32 rappresentino fino alla metà del mercato europeo di questi dispositivi. Nel 2019 era il 37% e nel 2023 sarà oltre l’80% (valutazioni e prognosi elaborate dalla BSRIA, un’agenzia di consulting inglese).
L’R32 non avrebbe avuto oggi una brillante carriera in veste del medium per i nuovi climatizzatori se non per la graduale eliminazione dal mercato di altri refrigeranti ad alto GWP (Global Warming Potential – potenziale di riscaldamento globale), in virtù dell’emendamento di Kigali al Protocollo di Montréal e del programma pubblicato nel regolamento UE 517/2014 (cosiddetto regolamento F-gas). Nuovi (immessi sul mercato per la prima volta) e piccoli climatizzatori split (fino a 3 kg per riempire con il refrigerante un singolo circuito del climatizzatore), dopo il 1° gennaio 2025 potranno essere riempiti con refrigeranti da GWP non maggiore di 750. Il refrigerante R410A, finora ancora il più importante, ha il GWP del valore di ben 2088, mentre l’R32 – circa 675-677.
Attualmente, la Commissione Europea sta rivedendo (review) il regolamento F-gas in termini di realizzazione di quanto previsto, cioè la riduzione dell’emissione dei F-gas di ⅔ entro il 2030 rispetto al 2014. Tra le proposte per le modifiche del regolamento c’è un divieto totale di utilizzare i refrigeranti da GWP>750 nei climatizzatori fissi e nelle pompe di calore. In pratica, questo significherebbe dover limitare l’utilizzo del R410A solo per impianti di grandi dimensioni VRF, dove l’R32 non può essere utilizzato perché la sua infiammabilità pone dei limiti di riempimento.
Proprio questa caratteristica, cioè l’infiammabilità (in realtà “leggera infiammabilità”, perché l’R32 appartiene ai refrigeranti difficilmente infiammabili, di classe A2L* secondo la norma PN-EN 387) è la causa del limite massimo di riempimento anche quando si tratta di climatizzatori split. Il valore del limite deriva dal valore LFL (Low Flammable Limit) – livello inferiore dell’infiammabilità, che per l’R32 uguale 0,306 kg/m3 (cioè il 3,5% del volume del refrigerante nell’aria). Nel caso di climatizzatori split, il valore massimo di riempimento dipende dalla superficie del pavimento del locale (A) e dall’altezza di montaggio del dispositivo (h), secondo la formula seguente:
riempimento massimo [kg] = 2,5 x LFL x 1,25 x h x √A
Per questo motivo, i costruttori dei climatizzatori con refrigerante R32 devono indicare la superficie max del pavimento e l’altezza di montaggio, richiesti per un dato modello del climatizzatore. Il locale dove questo dispositivo viene montato deve essere ben ventilato, non ci devono essere fonti di fiamme libere e sul pavimento non possono esserci zone ribassate (l’R32 pesa più dell’aria e nel caso di una perdita si accumulerà nelle cavità del pavimento).
Il fatto che l’R32 sia “difficilmente infiammabile” non influisce sulla sicurezza durante un normale utilizzo. Il problema sorge nel caso di una perdita e presenza di una fonte di accensione. Comunque, per la maggior parte dei dispositivi, anche una perdita totale del refrigerante non causa il superamento del limite inferiore di infiammabilità, cioè 0,306 kg/m3. Un rischio più grande può verificarsi nel caso di mancata attenzione durante gli interventi di manutenzione o riparazioni, quando si può creare una miscela del refrigerante fuoriuscito con l’ossigeno. Per questo motivo bisogna prestare attenzione e non aspirare l’aria durante gli interventi. Il refrigerante stesso non è tossico, ma i prodotti di decomposizione termica (che avviene in temperatura 300-400ºC) lo sono già. Pertanto, durante gli interventi di riparazione, prima della saldatura bisogna svuotare l’impianto e lavarlo con l’azoto. Quando si effettua un controllo dell’ambiente per le perdite, occorre posizionare il dispositivo rilevatore sul pavimento (R32 è più pesante dell’aria).
La buona notizia per l’utilizzatore e per l’installatore è che, ad eccezione dell’infiammabilità, il puro R32 è una soluzione migliore del R410A (di cui, tra l’altro, è un componente). È più efficiente: il dispositivo riempito con esso può essere più piccolo fino al 30% rispetto ai dispositivi con R410A. Inoltre, è efficiente dal punto di vista energetico perché ha una conduttività termica migliore ed una minore viscosità. Siccome è un refrigerante omogeneo, può essere utilizzato durante gli interventi di assistenza tecnica (es. rabbocco del medium) sia allo stato liquido che allo stato gassoso. L’R32 è anche più economico del 20% circa rispetto al R410A, anche se l’installatore deve usare strumenti speciali – manometri dedicati, rilevatore di perdite e stazione di recupero del refrigerante.
Quindi, quale sarà il futuro del refrigerante R32? Sicuramente sarà un componente di grande importanza nei nuovi climatizzatori split. A causa della sua leggera infiammabilità, non può sostituire l’R410A negli impianti esistenti – non è adatto al retrofit. Un altro ruolo importante del R32 sarà quello di componente di nuovi refrigeranti (miscele) che devono avere il GWP sempre più basso, e preferibilmente devono essere non infiammabili. Le soluzioni di questo tipo sono già in fase di sviluppo…
* la classe A2L è stata introdotta nella norma PN-EN 378-1+A1 nel 2017 r., a causa della crescente importanza di refrigeranti a basso GWP e difficilmente infiammabili. Refrigerante della classe A2L diffonde il fuoco nelle condizioni di prova 60°C e 101,3 kPa, alla velocità max di combustione ≤ 10 cm/s nelle condizioni di prova 23°C e 101,3 kPa.